IL TRIONFO DELLA BANDIERA

IL TRIONFO DELLA BANDIERA
Dalle fabbriche di Borgo San Paolo all’Esposizione Internazionale di Torino, nel primo Cinquantenario dell’Unità d’Italia (1861-1911).
di Sergio Donna


Il trionfo della bandiera

Questo racconto è ambientato nel quartiere torinese di Borgo San Paolo, all’inizio del Novecento. Più precisamente, siamo nel 1911, nei mesi in cui si celebrano i primi Cinquant’anni dell’Unità d’Italia. Quel periodo festoso, con i mastodontici padiglioni costruiti per accogliere l’Esposizione Internazionale e le grandiose attrazioni celebrative in un tripudio di bandiere tricolori, rappresentava l’apoteosi di un’economia in espansione, che registrava una forte industrializzazione in tutto il Paese.

In Borgo San Paolo le fabbriche sorgevano come funghi. Erano fabbriche che producevano vagoni e locomotive, carrozze ferroviarie e tranviarie, aerei e motori marini. Ma soprattutto erano le fabbriche di automobili che insediandosi una dopo l’altra nel quartiere (la Itala, la Spa, la Chiribiri, la Fides Brasier, la Lancia, la Ceirano, la Sit e molte altre) avevano fatto di Borgo San Paolo il cuore pulsante dell’industria automobilistica torinese ed uno dei più straordinari poli industriali d’Europa.
I vari personaggi del racconto, operai e operaie, osti e bottegai, sartine e portinaie, semplici residenti del quartiere, sono consapevoli di non essere che delle piccole pedine di questo virtuoso processo di crescita e di industrializzazione del Paese, ma tanto basta per esserne fieri. Con pari discrezione – com’è nello stile autentico di ogni torinese – essi condividono l’orgoglio di vivere in un piccolo borgo operaio, che ha fatto di Torino un grande polo dell’industria automobilistica internazionale. E tanto più in quei mesi del 1911, in cui la città sta rivivendo i fasti di una capitale di Stato, almeno per tutta la durata delle grandiose celebrazioni del Cinquantenario che essa ospita. Carlin, Maria, Giuspin, Paulin-a, come tutte le altre comparse che fanno corona ai protagonisti, sono personaggi creati dall’immaginazione dell’autore. Tuttavia, essi si muovono in un contesto storico preciso e ben documentato, ricco di riferimenti a fatti realmente accaduti e ad avvenimenti storici reali. Essi incontrano personaggi davvero vissuti in Borgo San Paolo: grandi imprenditori, grandi intellettuali, uomini che hanno scritto pagine memorabili di storia industriale e politica. Anche questi incontri, naturalmente, pur inquadrati in un contesto storico reale, sono assolutamente inventati, ma restano coerenti al ruolo e alla personalità che i Lancia, i Farina, i Ceirano, i Montagnana, i Pajetta e tanti altri hanno ricoperto nel reale. Le grandi figure storiche che in qualche maniera condizionano in modo fatale la vita dei protagonisti sono state rievocate per rivalutarne l’importanza ed il determinante ruolo nella storia di Borgo San Paolo e nella formazione della precipua cultura sanpaolina, che – essendo ispirata a valori imperituri, come l’accoglienza, la solidarietà, il senso della famiglia, la crescita sociale e civile – resta sempre attuale e di portata universale.

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