SALOTTO | Nel Piccolo Sal-8 di
Via Luserna 8, Torino | Sabato 24 Marzo 2018 | ore 17.00
Un pomeriggio con Mario Parodi, scrittore.
Presentazione del romanzo “Gli Stadi di Giovannino”
presentazione del romanzo di Mario Parodi. Commenti parlati e cantati, con la partecipazione di Beppe Novajra, chansonnier.
Chissà quanto c’è di Mario Parodi in quel piccolo-grande uomo, Giovannino, che è il protagonista del suo ultimo avvincente lavoro letterario, Gli stadi di Giovannino, edito da Editrice Zona (Genova) nel 2015?
Se lo domanderà sicuramente ogni lettore, dopo essersi assorto nella lettura di questo accattivante romanzo, intriso di storia patria, di storia dello sport, e di poesia: un libro che prende e attanaglia chiunque si avventuri nella sua fluida trama, e fin dalle prime pagine.
Se poi chi ha avuto la fortuna di leggerlo conosce – come me – personalmente l’Autore, quei leciti dubbi (che poi non son altro che l’espressione di una spontanea curiosità di qualsivoglia lettore un po’ attento e avvinto dalla lettura), quei leciti dubbi, dicevo, diventano quasi una certezza, viste le passioni che accomunano l’eroe del romanzo con quelle di chi lo ha scritto: la vocazione per l’insegnamento, o meglio al ruolo di mentore e di precettore, la passione per ogni tipo di sport, e in particolare per il calcio (ah, la Juve! quella sì che è un vero amore!), il ciclismo, la montagna, la poesia, la musica (il jazz, che trasporto!), i fumetti (Tex Willer, molto più che un idillio!), e ancora: il giornalismo, la letteratura, ecc. ecc.
Non conosco il giorno di nascita di Mario Parodi, ma non credo che sia venuto al mondo il 31 di gennaio, come il Giovannino del libro; va inoltre da sé che l’autore non può essere un… “coscritto” del protagonista, visto che il piccolo eroe venne alla luce nel lontano 1888! Ho poi la certezza che Mario, chiamandosi appunto Mario, non può chiamarsi Giovanni. Qualcuno potrebbe obiettare che questi non sono, di per sé, indizi sufficienti a spianare quei dubbi. Potrebbero essere degli artifici letterari dell’Autore, creati ad arte per disorientare il lettore, per confonderlo, per sviarlo. Io però non ci casco: in quel ragazzino dal cuore d’oro, dall’ottimismo sincero, con un’indomabile e frizzante voglia di vivere, attento e curioso, equilibrato, saggio, posato, sempre disposto al dialogo, propenso ad accogliere le novità, con il gusto del bello e del rinnovamento, che considera sacro il valore dell’amicizia, mi piace intravedere l’animo bello di Parodi. E voglio pensare che lui abbia voluto scrivere una sorta di biografia ideale di se stesso, anzi, una prosa poetica autobiografica, intrisa di magia, di fatine, di trascendente, il tutto avvolto da una scia di stelline scintillanti, come quelle che lasciano le fate dietro di sé quando volano in cielo o quando fanno roteare la loro bacchetta incantata, e che creano intorno un incanto, una malia, una fascinazione.
In questo libro c’è l’incanto, ma soprattutto ci sono la trasparenza, la purezza, l’innocenza dell’infanzia che un ragazzino di poco più di dieci anni si porta con sé nel tempo, come uno scrigno prezioso di cui è geloso, ma il cui contenuto distribuisce al prossimo con magnanimità, per tutta la sua lunghissima esistenza, ultracentenaria, dall’Ottocento ai giorni nostri, grazie a quel dono molto speciale (quello dell’immortalità) che una fatina (la fede?, la speranza?, Dio?) gli ha concesso durante un sogno, sognato in una notte magica e indimenticabile del 1898.
Quell’immortalità è tuttavia un dono molto impegnativo: un pegno, appunto. Passano gli anni, i lustri, i decenni, i secoli: si succedono gli eventi con la loro alternanza fatale di momenti gioiosi (matrimoni, nascite, successi scolastici e professionali) e di reiterate tragedie (le guerre, i disastri della natura, le malattie, i lutti famigliari). E più lunga è la vita e più l’elenco dei lutti e delle vicende dolorose si allunga: gli amici d’infanzia invecchiano, i genitori volano in cielo, i distacchi si moltiplicano; i riferimenti e i miti nascono, fioriscono, si affievoliscono e – fatalmente – svaniscono. E i Giovannini del mondo, amanti della vita, dovranno coltivare nuovi affetti, nuovi rapporti, inseguire nuovi ideali, rincorrere nuovi miti, molti dei quali, inesorabilmente, si manifesteranno effimeri, caduchi, precari.
Giovannino difende la propria immortalità e non cede alla tentazione di rinunciare ad essa (la fata di tanto in tanto glielo propone, perché teme che lui non ne sopporti il peso): non cede perché l’immortalità di Giovannino non è tanto nella durata illimitata del tempo (che a lungo andare diventerebbe insostenibile, pesante come un macigno), ma nella durata imperitura dei valori sacri che hanno come riferimento la difesa dell’uomo, dell’umanità, della natura, la centralità dell’anima, tutti valori che albergano in quello scrigno di cui abbiamo parlato, cioè nel nostro cuore (e non certo nel tempo speso per accumulare ricchezze effimere, o conseguire beni volatili e illusorie cose terrene).
Io credo che quando Giovannino avrà la certezza che questo suo messaggio subliminale e trascendentale sia stato elaborato dall’uomo, e quando avrà convinto tutti i lettori (speriamo che siano molti!) ad impegnarsi con lui nel mettere in pratica questo suo impegnativo ma nobile progetto, allora potrà cedere alla fatina, e passare il testimone della sua immortalità ad un altro Giovannino, nato il 31 gennaio come lui, magari già in questo 2016 appena cominciato, o di un prossimo anno a venire.
Una corsa a staffetta: chissà se si completerà nel seguito di questo romanzo, che sicuramente Mario Parodi, penna feconda e proficua, ci vorrà regalare.
Sergio Donna
(Ufficio Stampa Ass. Monginevro Cultura, Torino)
5 gennaio 2016.
Gli stadi di Giovannino: un recital coinvolgente al Piccolo Sal-8 di Via Luserna 8, Torino.
Recital dall’omonimo romanzo di Mario Parodi.
A cura di Monginevro Cultura.
Sabato 24 Marzo 2018.
“Gli stadi di Giovannino”: un compendio di storia patria, di storia sportiva, di sentimenti e di emozioni, condivise dal pubblico intervenuto nel Piccolo Sal-8 di Via Luserna 8 per la presentazione-recital del romanzo di Mario Parodi.
I Salotti Letterari di Monginevro Cultura, nell’accogliente e raccolto salotto della Foresteria delle Officine Folk di Via Luserna, a Torino, del resto, sono così: ospitano autori di classe per un pubblico selezionato dai gusti fini.
Come appunto è successo per l’incontro di Sabato 24 marzo. Mario Parodi è fluida penna romanziera e di storie sportive, che in Sal-8 si è fatta voce recitante, canzone ed immagine, riscuotendo applausi e consensi. Anche perché Parodi è davvero bravo, e il suo stile di scrittura si lascia leggere (e nella fattispecie dell’incontro – in forma di recital – si è lasciato… “ascoltare”) con avidità e attenzione. Se poi, agli interventi di un bravo scrittore, si aggiugono gli “ingredienti” musicali proposti da Beppe Novajra, raffinato chansonnier torinese, abbinati come dei “contorni” da gourmet ai primi piatti letterari dell’Autore, be’, allora, si va davvero sul velluto.
Alternando alle letture da parte dell’Autore di alcuni brani tematici del libro (il tempo, la storia, lo sport, la letteratura, l’arte, il cinema e la montagna) alternando alle letture, dicevamo, i commenti del garbato conduttore (Sergio Donna), e le squisite canzoni di Novajra, il recital si è dimostrato un efficace “promotor” di questo romanzo. che davvero è originale e pregno di bellezza, riflesso autobiografico della bellezza interiore di chi lo ha scritto.
Giovannino, il protagonista del romanzo, nato nel 1888, è dotato del dono dell’eterna giovinezza: in fondo quel bambino non rappresenta che la metafora del rimpianto della perduta purezza incontaminata dell’età infantile. Giovannino si fa allora paladino e staffetta, di generazione in generazione, dall’Ottocento ai giorni nostri, dei valori in difesa dell’uomo, dell’umanità, della natura, lottando per difendere la centralità dell’anima.
Il romanzo è originale e pregno di autentica bellezza, riflesso autobiografico della bellezza interiore di chi lo ha scritto.
(Uff. Stampa Monginevro Cultura” | 24 Marzo 2018)
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