Nel Piccolo Sal-8 di Via Luserna 8, 2° Piano
Sabato 16 Marzo 2019 | ore 17.00
Conferenza “Le Vie del Sale”
tra Liguria, Provenza e Piemonte
nell’ambito del Progetto
“Confini Aperti | Scambi Culturali tra Associazioni del Territorio”
con Bruno Lanteri (Presidente delle Associazioni A Vaštéra e Armonia)
Proiezione di un filmato-reportage sulle antiche Vie del Sale
Ingresso Libero
Le Vie del Sale, ognuna rappresentata da una reticolo di sentieri e collegamenti spesso impervi e tortuosi, mettevano in collegamento popoli diversi (emiliani, lombardi, piemontesi, friulani) che abitavano rispettivamente al di qua e al di là delle Alpi e degli Appennini (ma esistevano Vie del Sale anche in altre regioni italiane (ad esempio in Toscana, nel Lazio; in Sicilia, una famosa Via del Sale collegava ad esempio le saline di Trapani con l’entroterra). Questi sentieri, percorsi a piedi o a dorso di mulo, consentivano il baratto del sale con prodotti e merci diverse: derrate, lana, farine, sementi, manufatti, semilavorati, armi, ecc. Il sale era prezioso per la conservazione degli alimenti nel lungo periodo. Era inoltre necessario per la produzione di formaggi e di insaccati, ma anche per la conservazione della carne, del pesce e anche delle olive. Alcune attività artigianali, come la concia delle pelli e la tintura, richiedevano poi l’uso di sale.
In Italia le Vie del Sale erano molte:
a. L’asse Sud-Nord utilizzava i valichi alpini per il trasporto del sale al di là delle Alpi: uno dei più noti rami era lo Stockalperweg che, da Domodossola, risalendo la Val Bognanco, superava il passo del Sempione per poi scendere a Briga, nel Cantone Vallese (Svizzera).
b. Molto nota era pure la via Salaria: consentiva il trasporto il sale dal Campus salinarum disposto sul versante tirrenico fino a Fiumicino e Maccarese. Esisteva anche una Via Campana del Sale, che collegava la Campania con Roma, giungendo fin quasi all’isola Tiberina e al Foro Boario.
c. Tra le più importanti Vie del Sale, c’erano sicuramente quelle che mettevano in comunicazione la pianura padana con la Liguria o i territori francesi della Provenza.
Bruno Lanteri, presidente dell’Associazione A Vaštéra e dell’Associazione Armonia, ci propone un focus sulle Vie del Sale Nord occidentali, con un interessante filmato-reportage girato proprio sulle Vie del Sale che collegavano Liguria, Piemonte e Provenza, attraverso la Val Roja e il Passo delle Saline, con scorci panoramici mozzafiato e commenti approfonditi per riscoprire il fascino di questi sentieri.
Le vie del sale | Conferenza con Bruno Lanteri al Piccolo Sal-8
Assistere alla piacevolissima conferenza di Bruno Lanteri (Ass. A Vastera e Armonia) sulle “Vie del Sale”, tenutasi sabato pomeriggio 16 Marzo 2019 nel Piccolo Sal-8 di Via Luserna 8, a Torino, è stato come rimettersi in viaggio.
Parole ed immagini per intraprendere un viaggio avventuroso a dorso di mulo, lungo quel reticolo di mulattiere (in parte risalenti all’epoca romana) che permettevano ai portatori di sale (ma anche di altre derrate della costa ligure e provenzale, come l’olio e le acciughe) di valicare le Alpi Marittime e di scendere giù, giù, fino al cuore della Valle Padana. Decine i sentieri, impervi e pericolosi, scivolosi e traditori nei giorni in cui imperversava il mal tempo.
Eppure, di lassù, alle quote che superavano i 2500 metri d’altezza, nelle giornate serene, da quei tornanti a precipizio su orridi scoscesi e rocciosi, si aprivano paesaggi d’incanto, dal Monviso, il maestoso re di pietra, fino alle alture della Corsica: paesaggi che facevano sognare. Verso il Piemonte e la Lombardia, su quei sentieri, transitava il sale, elemento prezioso, che nei tempi remoti è stato anche “salario”, cioè moneta di pagamento, e che in tempi meno lontani è stato (e in fondo lo è ancora) oggetto di baratti, di commerci, di interessi da difendere, e persino di conflitti.
Dalla Sardegna, dalla Corsica, e soprattutto dalle saline della Camargue, migliaia e migliaia di sacchi di sale hanno valicato le Alpi sulle groppe dei muli, unitamente al pesce fresco di mare: sardine, sgombri, acciughe che in cambio di lana, di burro e di carne fassona piemontese si sono sublimate nella “bagna càuda” dai sapori sapidi e gustosi.
(Ufficio Stampa Ass. Monginevro Cultura | 16 Marzo 2019)