Martedì 22 marzo 2016 | ore 21.00
Via Vigone 52, Torino
con Milo Julini (scrittore e ricercatore storico) e Beppe Novajra (chansonnier), recital-spettacolo (letture, canzoni, spigolature, rievocazione di fatti di cronaca dimenticati), in collaborazione con Ass. Cultura e Società (Sala Conferenze Cultura & Società, Via Vigone 52, Torino).
Cronache criminali del vecchio Piemonte.
Sergio Donna leggerà le poesie:
“L’ùltima rapin-a” (che rievoca la Banda Cavallero)
“Al San Pàul fòra dal dassi” da cui Beppe Novajra ha composto un’omonima canzone, dedicata ad un delitto avvenuto in Borgo San Paolo la notte di capodanno 1876, e che sarà eseguita nel corso della serata.
A seguire:
Presentazione del libro “Il maciste di Porta Pila”,
Neos Edizioni, a cura di Andrea Biscàro.
La passione di Milo Julini per la microstoria dell’800 in Piemonte lo ha reso uno dei maggiori esperti dell’argomento. Si percepisce, nel sentirlo parlare, l’amore per la ricerca e la documentazione sui fatti del passato. Dagli aneddoti ai dati ufficiali non vi è nulla che sfugga, fin nei minimi dettagli, all’autore.
“Già da bambino avevo la passione per la cronaca nera: mentre i miei coetanei raccoglievano le figurine dei calciatori, io ritagliavo dai giornali gli articoli che descrivevano rapine in banca e omicidi. Mi piaceva anche la storia, soprattutto quella del Risorgimento: a dieci anni rimasi estasiato quando a Torino si svolsero le celebrazioni di Italia 61, quelle definite dell’Unità d’Italia.
Anche dopo la laurea e l’inizio della mia carriera di docente universitario presso una facoltà scientifica dell’Ateneo torinese, nel 1974, ho sempre coltivato, sia pure in sordina, queste mie passioni giovanili. Mi ero anche avvicinato alla letteratura in lingua piemontese e leggevo studi di storia locale, in particolare quelli concernenti il periodo risorgimentale, ma restavo sempre insoddisfatto.
Verso il 1985, visto che non riuscivo a trovare in libri scritti da altri le notizie che mi interessavano, ho deciso di metterle nero su bianco io stesso, utilizzando come data di esordio il 1848, anno di nascita della Corte di Appello con dibattimenti processuali pubblici, per finire con i primi anni del Novecento.
Ho così iniziato la ricostruzione delle vicende di banditi di strada, di ladri matricolati, delle associazioni criminali torinesi della seconda metà dell’Ottocento. La mia formazione scientifica mi ha aiutato a ricostruire questi avvenimenti “di prima mano”, utilizzando documenti di archivio e i giornali coevi, impegnandomi sempre per chiarire al lettore il contesto socio-politico in cui erano avvenuti i fatti criminali.
Ho anche raccolto i racconti popolari ancora vivi nelle campagne piemontesi, riguardanti le imprese di alcuni malfattori, la cui figura appare profondamente trasfigurata dall’immaginario collettivo. Ho scritto vari libri, per la maggior parte apparsi nella collana editoriale “Crimini & Misfatti nel Piemonte dell’Ottocento” della Libreria Piemontese Editrice di Torino. Sono anche autore di vari articoli, apparsi su quotidiani e su periodici locali. Ho descritto i malfattori piemontesi ottocenteschi in conferenze e mostre”
EDITORIALE DELLA SERATA
Ad iniziativa congiunta delle Associazioni Monginevro Cultura (Sergio Donna) e del Centro Studi Cultura e Società (Ernesto Vidotto), martedì 22 marzo 2016 si è tenuta presso la Sala Convegni di Cultura & Società (Via Vigone 52, Torino) un’interessante serata per rievocare la Mala torinese.
Fatti e misfatti che alimentarono e colorarono di noir le pagine di cronaca dei quotidiani cittadini, da fine Ottocento alla fine degli anni Sessanta del secolo scorso.
Appropriato e quanto mai suggestivo il titolo “Na sèira co’ ‘j baraba e la Mala ‘d Turin”, in piemontese naturamente, come si confà al linguaggio usato dalla maggior parte dei personaggi novecenteschi rievocati, reali, ma che – in non pochi casi – oggi ci possono apparire pittoreschi e persino… romantici.
Un mondo a sè, quello della Mala torinese, con una sua koiné, un proprio codice di comportamento, che spesso colludeva con l’ambiguo entourage – dai colori in chiaro-scuro, spesso intriganti, e misteriosi – di Porta Pilazzo.
Due gli autori ospiti: Milo Julini, che ha proposto letture, spigolature e aneddoti sul tema della Mala, rievocando fatti di cronaca oggi dimenticati, eppure particolarissimi, e ancora sorprendenti, tratti dai suoi libri “Processi e Sorrisi” e “Ombre, Coltelli e Scheletri”. Titoli che possono apparire inquietanti, e in effetti la ricerca di Julini è rigorosa e fedele, soprattutto quando riporta episodi di efferati fatti di sangue, ma che spesso tradiscono un approccio ironico e distaccato, che riesce a svelare, in non pochi casi, improbabili risvolti comici persino nei fatti di cronaca nera.
La seconda parte della serata è stata invece dedicata alla presentazione del libro “Il Maciste di Porta Pila”, di Andrea Biscàro (scrittore e ricercatore storico). Maciste è un personaggio dai colori forti, a metà tra l’istrione e l’artista di strada, un mix tra un saltimbanco e un uomo di teatro:si esibiva a Porta Palazzo come un sollevatore di pesanti “lose” con la forza dei soli muscoli (le “lose” sono quei voluminosi prismi di pietra massiccia con cui si realizzavano le pavimentazioni delle strade), in cambio – beninteso – di una generosa offerta in denaro.
Gli interventi dei due autori sono stati intercalati da alcune canzoni tratte dal vasto repertorio dello chansonnier torinese Beppe Novajra, che con i suoi brani ha ricostruito in musica il clima della mala torinese del secolo scorso.
Tra i pezzi eseguiti, ricordiamo:
“Ël vissi dël gieugh” (parole di don Bosco, musica di Beppe Novajra);
“Al San Pàul fòra dal dassi”, sul tema dei “barabba” di Barriera (parole di Sergio Donna, musica di Beppe Novajra);
“Antonio Bruno, detto Ël cit ëd Vanchija”, leggendario ladro imprendibile torinese (parole e musica di Novajra);
“Na rusa a l’osto” (Viriglio / Novajra);
“Villarbasse cascina fatale” (Anonimo, musica di Novajra).
Non poteva mancare un cenno a “Medeo ‘l fòl”, curioso personaggio (figura a metà tra il guaritore e il “bacialé”, ovvero sensale di matrimoni) su cui Milo Julini ha scritto un divertente libro. Medeo, negli anni Dieci del Novecento, mise a segno, in alcuni comuni delle Valli di Lanzo, una serie di geniali truffe a danno di ingenui creduloni, dando vita a situazioni dai risvolti persino boccacceschi. Subì un processo, ma se la cavò con una lieve condanna con la condizionale.
Milo Julini ha inoltre ricordato alcuni personaggi torinesi, che nel secolo scorso, tra la fine degli anni ‘60 e l’inizio degli anni ‘70, hanno prodotto canzoni dedicate alla Mala di Torino: il giornalista Piero Novelli, il maestro Mario Piovano, il poeta piemontese Luigi Armando Olivero, la cantante Luisella Guidetti che per un certo periodo è stata presentata come “la cantante della mala torinese”, il cantastorie Paulin, al secolo Paolo Penco.
Rievocando le imprese criminali della Banda Cavallero, Sergio Donna ha poi declamato la sua poesia “L’ùltima rapin-a”.
Nel finale di serata, dopo l’interessante intervento di Andrea Biscàro e la presentazione del suo libro “Il Maciste di Porta Pila”, Beppe Novajra ha eseguito in anteprima assoluta una sua canzone inedita, dedicata proprio a questo curioso e indimenticato personaggio, in onore dell’autore del libro.
(Uff. Stampa Monginevro Cultura)